Poi lui, il paesello: é a lui e ai miei cari amici che dedico queste righe:
"Paese mio che stai sulla collina disteso come un vecchio addormentato"
...vorrei che non smettessi mai di sognare.
Artefice della mia crescita, porto dentro me la genuinitá dei tuoi insegnamenti.
Respiro odori familiari quando stó con te: odore di ulivi, odore di viti, odore di terra, odori del sud.
Colmo di tradizioni e voglioso di antiche rivalse sei la culla di un saggio popolo meridionale che si porta dentro le influenze della Magna Grecia.
Vive in me il ricordo dei tuoi streganti paesaggi, i cieli stellati, le montagne, i boschi, le notti d'estate, i profumi della primavera, i caminetti d'inverno e lo scricchiolio delle foglie in autunno. Poi i legami, quelli forti, le persone che ci saranno sempre e per le quali sempre ci saró per condividere con loro le gioie e le difficoltá. Sguardi fraterni.
Le mie debolezze, la mia forza, le mie passioni, i miei sogni, le mie convinzioni appartengono a te e alle persone che "risiedono in te"...Dolce amara terra mia ti porto nel cuore!!
..."Paese mio ti lascio, vado via".
"...sappiate generale Borjes che per noi nessuno scrittore sprecherá inchiostro o carta, i nostri malanni, la nostra miseria, gli abusi, l'ingiustizia, nessuno le scriverá, mentre saranno chiamati sommi scrittori quelli che ci disprezzeranno chiamandoci plebaglia miserabile".
Carmine Donatelli (detto Crocco).